Cafè Racer

BULLI E PUPE – Tutto nasce dal leggendario Ace Cafe di Londra. Un postaccio dove nei tardi anni Cinquanta iniziarono a radunarsi tipi con tanta brillantina in testa, vestiti di pelle nera. Erano i rockers. Prendevano le grosse moto inglesi di allora, soprattutto BSA, Triumph o Norton, e si sfidavano in furiosi giri attorno all’isolato. Alcuni, i più inferociti, addirittura si esibivano in pericolosi cocktail: un motore Triumph Bonneville incastonato in un telaio Norton (di solito il featherbed, il famoso “letto di piume”) dava vita a una Triton. E così via, nascevano incroci dai nomi strampalati: NorBSA, Norvin, TriBSA… Quelle moto, alleggerite e truccate per la gara clandestina intorno all’Ace Cafe, erano le “Cafe Racers”.

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UNA VOLTA AL MESE I cultori del Cafe, come la gran parte dei motociclisti, amano radunarsi e incontrarsi, formano sette e club. Hanno un look ricercato, abbinano giubbotti in pelle (preferibilmente sobri), a caschetti aperti e occhialoni da aviatori. Qualcuno osa un po’ di più, con camicie dai collettoni tipo Pulp Fiction. Non c’è nulla di male, questi tipi non sono più elementi ai margini della società come i rocker londinesi dell’Ace Cafe che fu. Anzi, che c’è ancora. Per molti è un luogo di pellegrinaggio, come Capo Nord per i turisti e l’oasi di Ksar Ghilane per i “Dakariani”.

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